Lesione Muscolare: quanto siamo andati avanti nel curarle?

A causa degli alti livelli di Performance richiesti nelle competizioni sportive di vario tipo e grado, gli infortuni di tipo muscolare (il classico “strappo”) sembrano avere avuto un incremento piuttosto significativo nell’ultimo decennio. Ovviamente di pari passo la letteratura scientifica ed i protocolli riabilitativi negli ultimi anni sono aumentati sensibilmente allo scopo di creare delle linee guida per risolvere al meglio queste problematiche. Ma paradossalmente i risultati non sembrano essere chissà quanto incoraggianti: le percentuali di recidive in molte analisi si assestano intorno al 20-30%. Praticamente un quarto degli atleti subisce una nuova lesione muscolare.

Stiamo sbagliando qualcosa nelle cure che somministriamo? Per quanto ci si sforzi di creare nuove soluzioni, le cure proposte in caso di lesione muscolare al fine di raggiungere il fatidico RTP (Return to Play) sembrano ancora ancorate a vecchi paradigmi che evidentemente non risultano efficaci, e le nuove strategie di cura spesso non vengono applicate. E per quanto ci si riempia la bocca e i propri siti internet di belle parole, la realtà è che non riusciamo ad essere risolutivi, o perlomeno a diminuire le statistiche di re-infortunio, a prescindere dal grado di competizione dell’atleta (e quindi del budget disponibile per le cure).

Mi piace spesso dire agli sportivi che tratto in studio una frase:

“Com’è possibile trattare uno sportivo facenodolo solo stare sdraiato sul lettino?”

Si. Ok. La Tecar è fighissima, gli stiramenti piacevoli ed i massaggi non mancano mai…tutte cose che in qualche modo possono sicuramente essere di aiuto, ma servono a qualcosa? Sicuramente in fase acuta possono essere di grandissimo aiuto alcune metodiche di Fisioterapia ma ad un certo punto dovremmo forse smettere anche di chiamarla fisioterapia e chiamarla con il proprio nome: Riabilitazione. E la riabilitazione per risolvere gli esiti di una lesione muscolare si fa sul lettino? NO!

jozy-altidore-world-cup-injuryMolti diranno che bisogna aspettare che guarisca la ferita e aspettare che la cicatrice si formi e noi dobbiamo facilitare in ogni modo il corretto ripristino di una condizione il più simile possibile a quella precedente. Ma quanto dobbiamo aspettare?

In un interessantissimo articolo di Jarvinen si indaga proprio questo fattore! Secondo le sue analisi la cicatrice risulta essere completamente stabilizzata già a tre giorni (ovviamente questo valore temporale varia in base alla lesione) e che da questa data si può riprendere l’attività muscolare che risulta efficace nella ripresa sopratutto nel recupero dell’attività muscolare delle miofibrille poste direttamente intorno alla cicatrice, la cui area risulta la maggiormente esposta a nuove lesioni. Quindi il messaggio chiave è:

Riprendere l’attività muscolare il prima possibile!

Possiamo discutere quanto ci pare ma le evidenze ci parlano chiaro: l’attività muscolare deve essere ripresa il prima possibile, quindi fate scendere da quei lettini quei pazienti e cominciate a farli lavorare fin da subito. Gradualmente certo, magari incominciando anche da leggeri lavori proprio sul lettino, ma il concetto che deve passare è: LAVORO PRECOCE.

Ovviamente precoce non vuol dire esagerare. La gradualità con la quale si somministrano i carichi deve essere soppesata ad ogni trattamento ed il carico di lavoro muscolare somministrato deve rispettare i tempi di recupero adeguati ed aumentato di volta in volta esponenzialmente. Se eccessivo, va diminuito; se leggero, va aumentato. Ed è qui che entra in gioco l’estro e l’inventiva del Riabilitatore inteso come somministratore di stimoli sempre maggiori fino al RTP. Esistono diversi approcci valutativi per analizzare il carico di lavoro da poter dare ai propri pazienti e non spetta a me elencare le varie possibilità, l’importante è farlo e fin da subito.

Un nota importante per i pazienti e per alcuni ortopedici: l’assenza di referti negativi all’esame strumentale non significa che il problema è passato, anzi…e se si ritorna in campo troppo presto l’infortunio è garantito! Anche qui ripeto una frase che dico sempre a studio ai miei pazienti:

“Anche se non facessimo niente la tua lesione guarirebbe e tu smetterai di avere dolore, ma ciò non vuol dire che sei pronto per tornare in campo”

Un’ultima analisi: smettiamola di far fare ai nostri pazienti sportivi 100 flessioni dell’anca a gamba tesa da supini sul lettino e sbrigliamoci a farli scendere e farli lavorare veramente.

Dott. Basile Enzo

 

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