Conseguenze dell’Immobilizzazione sui tessuti connettivi in seguito ad intervento chirurgico

Nel nostro studio di Albano Laziale spesso ci capitano pazienti che accedono alle nostre cure in seguito ad intervento chirurgico. Con questo articolo intendiamo spiegare cosa avviene ai nostri tessuti in seguito all’immobilizzazione prolungata.

La perdita di mobilità articolare è una delle problematiche più comune in seguito ad intervento di chirurgia ortopedica; una problematica spesso non desiderata ma purtroppo legata al fisiologico processo di guarigione dei tessuti, che viene garantito sottoponendo l’arto operato ad immobilizzazione completa o parziale. Più questo periodo è prolungato nel tempo, più i cambiamenti fisiologici ed istologici saranno importanti. Una delle conseguenze più importanti è proprio la perdita del ROM (Range of Motion). Ma cosa succede ai singoli tessuti?

A livello della Cartilagine articolare avvengono modificazioni sia morfologiche che chimiche che portano il tessuto ad atrofia e conseguente perdita di capacità di carico e forza elastica. Questi cambiamenti sono legati ad una maggiore proliferazione del tessuto connettivo vibro-adiposo, riduzione della componente di proteoglicani e della quota liquida (e conseguente minore capacità lubrificante del liquido sinoviale).

La Capsula Articolare tende ad irrigidirsi come conseguenza della formazione di cross-link tra le fibre collagene, che implicano una diminuita capacità elastica ed un’alterazione nei movimento di scivolamento, rotolamento e traslazione delle componenti articolari. Per questo motivo è di importanza capitale il corretto posizionamento dell’arto sottoposto ad immobilizzazione.

A livello dei muscoli i cambiamenti più importanti avvengono a livello di tutte le strutture muscolari, tra i quali la fascia, i tendini, la membrana connettivale e la fibra muscolare stessa. Più è prolungato il periodo di allettamento, più la tonicità del gruppo muscolare tende a diminuire e l’espressione più evidente consiste nella diminuzione del volume totale del muscolo coinvolto.

I legamenti tendono a diminuire il loro spessore, il loro contenuto d’acqua, diminuzione della densità delle fibre collagene, diminuzione dell’attività degli enzimi ed aumento di quella lisosomiale. Così organizzato il tessuto collagene diviene più irregolare a livello della matrice e le fibre perdono il loro orientamento parallelo; si va a creare di conseguenza una struttura meno pronta a sopperire ai carichi in maniera corretta.

Dott. Basile Enzo

 

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