Il Colpo di Frusta: dalla Classificazione alla Fisioterapia

Il Colpo di Frusta viene definito come un meccanismo di accelerazione/decelerazione con trasferimento di energia al collo che, esitando in lesioni ossee o dei tessuti molli, può portare ad una varietà di manifestazioni cliniche. Tali espressioni sintomatologie vengono definiti in ambito clinico come WAD (Whiplash Associated Disorders), ovvero come disturbi associati al colpo di frusta. La caratteristica predominante è il dolore al collo, seguito da cefalea, rigidità articolare, diminuzione nella capacità di movimento, instabilità motoria e posturale, nausea, disturbi visivi, ecc…

Meccanismo lesionale
Meccanismo lesionale

La principale causa meccanica delle problematiche legate al colpo di frusta è legata ad un “trauma in compressione” in cui il tronco viene violentemente spinto in avanti ed in alto rispetto alla posizione del capo, determinando una deformazione ad S del rachide cervicale, il quale crea un movimento anormale di estensione del rachide cervicale inferiore, a cui segue per inerzia una iperflessione. La velocità dell’evento traumatico non permette inoltre una volontaria contrazione dei muscoli di difesa, per proteggere i tessuti e le articolazioni del rachide cervicale.

Le lesioni che possono instaurarsi in seguito all’evento possono interessare ogni tipo di struttura: ossea, legamento, cartilaginea, muscolare, discale, ecc… La compressione è la prima causa di lesione tissutale.

Classificazione

La classificazione clinica del WAD si basa principalmente sul quadro clinico del paziente e viene basata sui parametri stabiliti dalla Quebec Task Force nel 1995, poi revisionati da Sterling nel 2004. Tale classificazione è interpretabile solo per i professionisti del settore.

Grado 0

Nessun Disturbo al rachide cervicale ed assenza di segni clinici.

Grado 1

Dolore cervicale e/o rigidità nei movimenti ed assenza di segni clinici.

Grado 2A

Dolore e/o rigidità. Riduzione nel movimento attivo (ROM) e reclutamento muscolare alterato (CCFT). Associata iperalgesia cervicale ai movimenti.

Grado 2B

Dolore e/o rigidità. Riduzione del ROM ed alterato CCFT. Iperalgesia cervicale. Elevato stress psicologico (GHQ-28).

Grado 2C

Dolore e/o rigidità. Riduzione del ROM ed alterato CCFT, aumento di errore nel Joint Position Error (JPT). Elevato GHQ-28 ed elevato stress post-traumatico (IES).

Grado 3

Sintomi cervicali e muscolo-scheletrici. Riduzione od assenza di riflessi osseo-tendinei, riduzione della forza muscolare e della sensibilità.

Grado 4

Presenza di frattura o dislocazione articolare.

Prognosi

Nonostante la precisione nella classificazione clinica del WAD, questa non basta a fornire al clinico un soddisfacente mezzo di inquadramento prognostico per il paziente e spesso tale giudizio deriva da ipotesi basate sul rapporto tra normalizzazione dei sintomi e tempo trascorso dal trauma. Ad un ritardo nella normale ripresa delle attività di vita quotidiane entro le sei settimane, corrisponde una prognosi sfavorevole nel lungo tempo. I fattori di rischio di tipo fisico che possono influenzare negativamente la guarigione sono: ridotta mobilità cervicale, elevato dolore subito dopo il trauma, precedenti traumi cervicali, età avanzata, sesso femminile. I fattori di rischio di tipo psicologico sono: paura del movimento, atteggiamento negativo, depressione, ansia, ecc… Altri fattori negativi che influiscono negativamente sul decorso clinico sono legati essenzialmente alla dinamica del trauma: poggiatesta non corretto, trauma subito quando si è girati su un lato.

Trattamento

Il primo passo nel trattamento del WAD si basa sull’informare il paziente sulla natura benigna del trauma subito in assenza di lesioni gravi; un atteggiamento negativo nei confronti del trauma o una non adeguata spiegazione sulla natura dei sintomi possono indurre una reazione psicologica negativa nel paziente che peggiorerà la prognosi.

Collare Cervicale
Collare Cervicale

L’immobilizzazione prolungata con collare cervicale, almeno per i casi di WAD grado 1 e 2, sembra non essere indicata ma anzi, dovrebbe essere scoraggiata in favore di una precoce mobilizzazione la quale potrebbe essere una valida scelta terapeutica. L’abuso del collare potrebbe portare ad un peggioramento nell’escursione articolare e ad un ritardo nel suo recupero.

Il secondo passaggio nel proseguimento della terapia consiste nel ridurre la dolorabilità dei tessuti e di migliorare l’escursione articolare. Per raggiungere questi obiettivi bisogna assicurarsi di non usare manovre e tecniche provocative, di conseguenza possono risultare utili tecniche rivolte ai tessuti molli (SSTM) o ad Energia Muscolare (MET), eseguite con un’opportuna progressione. In tale progressione il movimento di estensione è l’ultimo da dover recuperare nella progressione del ROM, essendo il movimento più provocativo.

CCFT
CCFT

Il terzo passaggio consiste nell’incoraggiare il paziente a riprendere le normali attività di vita quotidiane e ristabilire un corretto controllo motorio cervicale, tramite programmi di esercizio terapeutico che prevedono tra le altre cose l’insegnamento di un corretto allineamento posturale, training di stabilizzazione dei muscoli flessori profondi (CCFT), esercizi scapolari, ecc..

Per pianificare un adeguato trattamento di terapia manuale ed esercizi l’esame obiettivo deve prevedere l’osservazione, la palpazione, l’esecuzione di movimenti passivi ed attivi, la valutazione della forza e della coordinazione, al fine di ottenere il maggior numero di informazioni concernenti i disturbi funzionali associati al colpo di frusta.

Dott. Basile Enzo

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