Il Trattamento Cranio-Sacrale non è Medicina

“Positive patient outcomes as a result of CranioSacral Therapy should weigh greater than data from designed research protocols involving human subjects, as it is not possible to control all of the variables of such studies.” (H. Magoun)

“Many validated measures of a variety of health outcomes exist to measure ‘positive patient outcomes’.” 

Premessa

Nonostante ad oggi nella pratica Osteopatica il Trattamento Cranio-Sacrale venga divulgato come parte integrante dell’Osteopatia stessa, non era così ai suoi albori. A.T. Still, il fondatore della Filosofia Osteopatica non aveva mai parlato nei suoi pochi scritti di questa terapia, al contrario saranno alcuni dei suoi allievi a portare avanti tale metodica rifacendosi però agli stessi principi che governavano il suo approccio olistico al Sistema-Uomo: unità del corpo e della Funzione, interdipendenza Funzione-Struttura ed il ruolo della Fascia come elemento di congiunzione, Meccanismo di Autoguarigione ed Autoregolazione proprio dell’essere vivente, il Ruolo Supremo dell’Arteria.

Sutherland
Sutherland

Fu principalmente Sutherland e poi il suo allievo Harold Magoun, i primi promotori di tale Filosofia, che nel tempo fu poi divulgata come terapia. In seguito le loro deduzioni e i loro studi divennero parte integrante dell’Osteopatia stessa e per molti aspetti, elemento capitale di tutta la Filosofia Osteopatica. A Magoun stesso si attribuisce la frase: “La regola dell’Arteria è suprema, ma è il Liquido Cefalo-Rachidiano che comanda”. Nel 1939 Sutherland ipotizzò quello da lui definito essere il Meccanismo respiratorio Primario (MRP), secondo il quale le ossa craniche avevano una loro mobilità come ne possedeva anche il Sacro, con assi di movimento ben specifici e da lui analizzati in dettaglio secondo le possibilità dell’epoca, in gran parte solo manuali e deducibili solo dalla semplice osservazione. Tale movimento era ipotizzato essere guidato dalle Membrane a Tensione Reciproca, in risposta alla fluttuazione del Liquor cerebrale, essa stessa un prodotto da quello che fu definito un’attività autonoma di motilità del Sistema Nervoso Centrale.

Allo stato attuale secondo gli Osteopati più puristi: “il movimento cranico esiste, e gli osteopati non cessano di affermarne l’esistenza, per praticarlo quotidianamente grazie alla padronanza della loro arte palpatoria. Ma sebbene fine e sperimentata quest’arte palpatoria resta tuttavia carica di soggettività e di carattere non scientifico per molti, anche se alcune quantificazioni di risultati con molteplici medici conducono alle stesse conclusioni dell’esistenza di un movimento cranico apprezzabile e quantificabile dalla palpazione nei suoi parametri qualitativi e quantitativi intrinseci di ritmo, ampiezza cinetica e di forza induttiva”.

Meccanismo Respiratorio Primario

Analizziamo in dettaglio le cinque tappe che andranno poi a dar vita alla base della Terapia Cranio-Sacrale.

1.CONTRAZIONE INTRINSECA DELLE CELLULE GLIALI

Il primo Step della Filosofia Cranio-Sacrale è l’accettazione senza averne alcuna prova certa di una contrazione ritmica della massa delle cellule oligo-neurogliali. Questa prima componente, riconducibile a quello che viene definito Impulso Ritmico Cranico (CRI), deriva da una sorta di pulsatilità a livello delle anche più piccole strutture cellulari, ipotesi che fu tentato di convalidare già dai primi studi risalenti a Shaw, Vooley e Clark.

Onde Craniche
Onde Craniche

Fu quest’ultimo il primo a supporre che il CRI fosse la risultante della somma della contrazione delle cellule presenti in tutte le strutture cerebrali. Confermò inoltre una frequenza di pulsazione di 9-12 cicli al minuto. Teoria ovviamente puramente speculativa a detta degli anatomisti e fisiologi, essendo le strutture nervose ed oligodendritiche prive di fitte schiere di actina/miosina o strutture simili, tali da giustificare queste contrazioni.

Spetta a Magoun il “merito” invece di aver ipotizzato addirittura la presenza di un’ulteriore onda pulsatile che sarebbe il residuo della cinetica embrionale, ipotesi anch’essa puramente speculativa e senza basi scientifiche su cui non è possibili dare un’analisi oggettiva.

Al momento attuale diversi autori concordano sulla presenza del CRI, un onda diversa sia da quella respiratoria che da quella legata al sistema cardio-circolatorio, ma la sua origine e il suo ruolo rimangono ancora nel campo delle ipotesi e secondo altri potrebbe essere semplicemente la risultante della somma dei due ritmi fisiologici del corpo umano o una semplice interferenza dei ritmi, cardiaco e respiratorio, dell’operatore stesso in fase di ascolto. Il difficile grado di oggettività e sopratutto il grado di affidabilità di misurazione intra/inter-esaminatore tramite la palpazione rasente lo zero, fanno si che il suo ascolto sia solo mera interpretazione psicologica e sopratutto nessun dato o ricerca suggerisce una sua influenza sullo stato di salute.

Oltretutto l’ascolto del Cranio e del suo ritmo è fortemente influenzato dalle immagini mentali che l’operatore interpone nella pratica di tale metodica, che per gli addetti ai lavori corrisponde alla “visualizzazione“, o di “ascolto di una marea”, una pratica più metafisica che fisiologica. Tali immagini mentali servono agli Osteopati per visualizzare in maniera centripeta le strutture che si andranno a palpare, perché solo tramite tale visualizzazione mentale si potrà ascoltare la struttura desiderata alla profondità ipotizzata. Non ci sono studi di alcun tipo per poter screditare questa pratica perché essendo la pratica stessa pura immaginazione è inconfutabile ed indimostrabile.

2.FLUTTUAZIONE DEL LIQUIDO CEFALO-RACHIDIANO

MRP e le sue connessioni
MRP e le sue connessioni

La seconda, non per importanza, componente del MRP è il ruolo del liquor nel suo meccanismo di produzione/riassorbimento ben conosciuti in medicina, e di fluttuazione. Sutherland stesso parlò di fluttuazione fisiologica con due componenti fondamentali: un’energia biodinamica e un’energia bioelettrica. Tale fluttuazione deriva altresì per gli Osteopati non dall’influenza del ritmo respiratorio o circolatorio, nemmeno dal già menzionato ciclo di produzione/assorbimento, ma bensì dall’attività contrattile delle cellule gliali. Con il suo ruolo di motore idrico il liquido cefalo-rachidiano diventa così il vettore di trasmissione del CRI.

Tutto ciò che ne deriva dal punto di vista Osteopatico si basa su delle ipotesi a 3 livelli (ipotesi che si basa su un ipotesi che si basa su un ipotesi che si basa su una legge idrodinamica) su cui è per me difficile districarmi e lascio al lettore intuire od informarsi.

3.MEMBRANE A TENSIONE RECIPROCA

L’unità meccanica delle membrane a tensione reciproca (MTR) è costituita da falce cerebrale, falce cerebellare, tentorio del cervelletto, tentorio dell’ipofisi, manicotto intramidollare della dura madre. Tale rete meccanica di strutture membranose inestensibili è ipotizzato essere come l’elemento più importante per contribuire all’omeostasi e alla statica corporea, che se da un punto anatomico “empirico” ha un suo perché, dal punto di vista prettamente biomeccanico è una supposizione oggettivamente poco plausibile ed esagerata. Se si vuole enfatizzare una connessione ta due strutture corporee a qualsiasi livello è facile farlo data la vastità di interconnessioni; difficile stabilire quanto possiamo influenzarla.

Gli studi portati a dimostrazione di tali affermazioni hanno un valore di evidenza assolutamente non catalogabili: l’unica cosa certa è che le fasce esistono e creano connessioni estese in tutto il corpo, ma il punto è quanto dall’esterno noi siamo in grado di influenzarne realmente la dinamica.

Il loro ruolo nella propagazione del MRP è di vettore meccanico del CRI a livello delle ossa craniche, di cui governano la meccanica e il livello di mobilità. Inoltre tramite le loro connessioni durameriche le MTR riescono a propagare l’onda pulsatile anche a livello midollare (Sacro) e fino alle estremità periferiche del corpo. Tali affermazioni non hanno alcuna evidenza in campo anatomo-fisiologico e sono basate solo su speculazioni osteopatiche.

4.MOBILITA’ OSSA CRANICHE

 

Sincondrosi Sfeno Basilare
Sincondrosi Sfeno Basilare

La quarta componente è la mobilità delle ossa del cranio a livello delle suture interposte tra di loro. La meccanica di tale movimento è stata descritta dagli autori in ogni minimo particolare. Gli stessi autori portano come prima prova dell’esistenza di tale movimento il presupposto che “un’articolazione esiste perché c’è movimento“, un movimento che seppur esplicato in micron è palpatoriamente oggettivabile. Praticamente secondo la Filosofia Osteopatica un movimento espresso in micron difficilmente misurabile anche con i mezzi tecnologici dei nostri giorni, può essere percepito, analizzato e terapeuticamente manipolato con la sola palpazione.

La Sincondrosi Sfeno-Basilare è per la gran parte delle Filosofie Cranio-Sacrali l’articolazione principe da cui parte e si dirama il movimento di espirazione/inspirazione cranica; quello che però non viene preso in considerazione è che si è dimostrato in uno studio del 2010 basato su 666 (seicentosessantasei) che tale sutura tende ad ossificarsi intorno al diciottesimo anno di età, e non rimane assolutamente mobile fino ad età avanzata come trapela dalla fisiologia osteopatica, forse diversa per tali aspetti dalla fisiologia medica.

Nonostante molti tentativi da parte degli Osteopati di portare studi che confermino tale mobilità (Lebourg, Scott, Denslow, Le Diascorn, Sergueef, Oleski) ad oggi l’unica nota interessante su cui potersi appoggiare è lo studio sulla presenza singolare di formazioni ossee tricalciche (ogni modificazione di pressione o di trazione comporta delle reazioni tricalciche a livello del tessuto osseo stesso che potrebbero essere giustificate nel cranio solo se si suppone la presenza di una mobilità o restrizione di mobilità, e quindi tensione, a livello delle MTR e delle loro inserzioni) e su piccole variazioni negli angoli dopo manipolazione delle ossa craniche. La giustificazione della non perfetta oggettivazione della misurazione del movimento delle ossa craniche viene imputata ancora oggi alla non possibilità delle tecnologie radiologiche attuali di misurare validamente movimenti così esigui.

Una caso a parte che meriterebbe più attenzione è la possibilità secondo la Filosofia Cranio-Sacrale che l’osso Frontale abbia la capacità di muoversi come due entità separate a livello della sutura metopica. La stessa considerazione la si può fare sulle grandi e piccole ali dello Sfenoide dotate di una loro discreta mobilità rispetto al corpo. Queste supposizioni sono allo stato attuale solo supposizioni infondate nate con lo scopo di poter ricreare una biomeccanica razionale all’insieme dei movimenti in inspirazione e in espirazione delle ossa craniche, che altrimenti non potrebbe svolgersi se queste due ossa fossero immobili nelle loro subcomponenti.

Un discreto campione di case report atti a convalidare tale metodica si sono però riscontrati in chi, nel suo trattamento Cranio-Sacrale, praticava manovre puramente meccanicistiche, lontani però dalla visione purista della Filosofia Cranio-Sacrale (per il trattamento delle sinusiti per esempio), o sugli infanti.

5. MOVIMENTO DEL SACRO

Connessione Cranio/Sacro
Connessione Cranio/Sacro

La quinta componente è rappresentata dalla nozione del movimento del Sacro tra gli iliaci che si esplica su un asse diverso da quello della nutazione/contronutazione bensì ipoteticamente su di un asse che passa approssimativamente a livello di S2. Non ho trovato nessuno studio di una certa credibilità a difendere o smentire questa ipotesi.

 

Analisi breve delle evidenze disponibili

La Terapia Cranio-Sacrale ad oggi non ha prodotto nessuna evidenza di fondatezza. La colpa non la si può dare alla mancanza di soldi da devolvere alla ricerca (in America le associazioni e gli istituti all’avanguardia che potrebbero permetterselo ci sono).

La Metodologia con la quale sono stati condotti la gran parte degli studi sono qualitativamente allo stesso livello di una buona Tesi dell’Università.

I molti risultati positivi che gli Osteopati mettono di fronte a loro in difesa di tale Metodica, non giustificano in alcun modo la terapia. Esistono miriadi di possibili misurazioni nell’Outcome dei pazienti, alcuni includono anche quanto “amore” gli dai durante i trattamenti: il non usarli per oggettivare i risultati positivi decantati a voce non è professionalmente accettabile, almeno per chi fa ricerca od insegna.

La Palpazione Intra ed Inter esaminatore ha un valore di affidabilità rasente lo zero anche tra Osteopati esperti (in molti studi si evidenzia addirittura che sono più affidabili i novelli).

La visualizzazione ad occhi chiusi o aperti è pura fantasticheria e non oggettivamente differenziabile dall’immaginazione.

Il MRP, così come insegnato e divulgato, è ancora oggi, con le nostre tecnologie, indimostrato.

I Cranio-Sacralisti hanno di fronte all’EBM la stessa facoltà di manipolare le ossa craniche che un cuscino quando si dorme, per via della tipologia di palpazione che viene praticata.

Se dieci Osteopati che partecipano in uno stesso studio, valutano lo stesso paziente, danno statisticamente almeno otto diagnosi diverse (nemmeno sulla Fibromialgia c’è tanto disaccordo), evidenziando una totale inaffidabilità nell’ iter diagnostico.

La Filosofia Osteopatica si basa solo su tante Supposizioni e ben poche Evidenze.

Due esaminatori che ascoltano il MRP in due postazioni diverse (Sacro e Cranio) non riescono statisticamente ad accordarsi nonostante ci sia solo il 50% di possibilità di sbagliarsi.

La Sincondrosi Sfeno-Basilare si salda statisticamente prima ancora che finite le Scuole Superiori.

Se il movimento cranico esiste non abbiamo i mezzi palpatori per sentirlo.

Il tatto si sviluppa con l’allenamento, ma non è necessaria l’intercessione di Dio.

Gli Osteopati stessi stanno suggerendo di toglierla dai programmi di Osteopatia.

Fare trattamenti Cranio-Sacrali “Veri” ha la stessa probabilità di successo che se li facesse una persona qualunque, l’importante è che sia convinta di quello che fa; in termini tecnici hanno statisticamente la stessa probabilità di successo di un placebo.

Conclusioni Personali

Esistono miriadi di approcci che rientrano nel campo delle pratiche non convenzionali e che sicuramente portano beneficio sullo stato di salute mentale e fisico delle persone; vedi lo Yoga, il Reiki, lo Shiatsu, la Chiropratica, l’Osteopatia stessa…. Il livello di successi terapeutici ottenuti con tali metodiche non si discute, anche se limitato nella sua riproducibilità: l’importante in queste metodiche è il rapporto che si viene a creare con il paziente.

Quello che viene criticato è il voler far passare per Reale e Concreto qualcosa che ad oggi non esiste: fino alla sua ben lontana oggettivazione, la Terapia Cranio-Sacrale non può e non dovrebbe essere annoverata tra i trattamenti in campo medico/paramedico. E non può e non dovrebbe essere spacciata per una cosa certa e reale quale non è tra la popolazione.

“CRANIOSACRAL THERAPY IS NOT MEDICINE”

 

Bibliografia

CranioSacralTherapy-su

 

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Dott. Basile Enzo

3 commenti

lucia rita tommasini

Articolo molto interessante, colto ed obiettivo. Sono un’allieva di John Upledger e pratico la terapia craniosacrale da 35 anni in un ottica non medica e forse, analogica.

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